mercoledì 31 marzo 2010

martedì 23 marzo 2010

Otto Schoenweiss e consorte.


Ho sempre una strana reazione quando in casa vengono effettuati lavori extra. Quest'oggi, per esempio, ho avuto l'idraulico, venuto per verificare una perdita su una parete del bagno. Il fatto strano è che quando sono uscita di casa per andare a lavoro - affidando il 'salvatore' alle mani di Sommy - lo scarico del water (e mi scuserete la prosaicità dell'argomento) funzionava, al mio ritorno, ovvero a seguito dell'intervento di altissima idraulica applicata, lo stesso scarico non funzionava più. Sommy fuori, nessuno a cui chiedere.

Ho sentito una piccola fitta nella meninge destra a seguito della quale mi sono detta 'calma'. Ho preso la scala, ho tolto il coperchio della cassettina e mi sono accorta che dentro era pieno di calce, e sono stata circa quaranta minuti a pulire gli ingranaggi del sifone da pietruzze e polvere che impedivano il corretto funzionamento dello strumento sciacquone.
Carica - scarica - carica - scarica:
maledetto - carica - canaglia - scarica - lestofante - carica - approssimazione - scarica.

Il rientro a casa dal lavoro, con il plus della dinamica appena descritta non consente, in maniera assoluta, un avvicinamento ai fornelli. Pertanto la reazione di cui vi parlavo è stata di assoluto isolamento, di fuga totale dalla realtà, di immersione completa nel libro di David, nella descrizione esemplare dei signori Schoenweiss. Spero con tutto il cuore che riusciate a leggerla dalla foto.


Ve la scrivo:

'Se volete vedere degli ottantenni che magari io e voi ci arrivassimo così bene, guardate i genitori di Sophie. Il dottor Otto Schoenweiss e consorte. Il dottor Schoenweiss, dentista in pensione alto, dritto e in carne come un albero ben piantato, i folti capelli bianchi pettinati indietro a sormontare una faccia da uccello da preda di dimensioni maestose, con occhi che hanno visto il dolore e il declino nella bocca degli uomini e conoscono poco la paura e meno ancora la pietà. E' un uomo la cui bellezza di uomo è pari alla dignità e all'eleganza. Il suo bavero sembra sempre reclamare un garofano. E la bellezza della signora Schoenweiss consiste nell'essere ben conservata, e fa più effetto a ottantadue che a quarantadue anni perché che ci crediate o no è rimasta più o meno uguale. Fisicamente fredda e dura fin dalla nascita, è invecchiata protetta come una mosca nell'ambra, l'interno vistosamente immune al tempo mentre solo l'involucro traslucido diventava via via più duro e friabile e forse un po' meno trasparente. I capelli neri duri e vaporosi che non cambiano forma dai tempi di Eisenhower, l'età del viso una questione non tanto di rughe quanto di rigidezza, il corpo sottile, spigoloso e coriaceo che a sbatterci la mano ti faresti male, le unghie di un rosso violento e simili ad artigli che ben si combinano con i suddetti maestosi tratti da uccello del marito dentista. Non un solo tremito nelle mani dei due Schoenweiss.'




Intanto fagocito le ultime Ciambelline al vino delle Sorelle Nurzia. Che nessuno mi distolga, per carità, dal mio terapeutico isolamento.


domenica 21 marzo 2010

Ma-re, ma-re, ma-re.


Quest'anno l'inverno a Cosenza è stato piovoso, non lungo né particolarmente freddo ma continuamente carico d'acqua e nuvoloni. E la pioggia che cade giorno dopo giorno, senza tregua, intristisce, stanca.



Da una settimana a questa parte, invece è uscito il sole, ed una vocina lieve lieve ha cominciato a crescere nella mia testa: ma-re, ma-re, ma-re. Finché oggi, domenica 21 marzo, il lieve monito è diventato 'primaverilmente' un imperativo e non ho potuto far a meno di assecondarlo.



Io e Sommy ci siamo messi in macchina, destinazione mare! Neanche il tempo di allestire un cestino da picnic, solo occhiali da sole e libri, ma giusto perché stavano lì, pret-a-porter.



Benedizione di una spiaggia deserta! Il silenzio intorno. Il silenzio delle automobili, del suono dei cellulari, degli elettrodomestici, del nostro affanno. Solo il verso dell'onda nella risacca, solo il verso dei gabbiani, l'affondare dei ciottoli sotto i nostri passi.



Col passare delle ore la luce cambia. Adesso è chiara chiara e noi ce ne stiamo spalmati sulla spiaggia, sdraiati sulla schiena, sulla pancia, sul fianco, con gli occhi a fessura come i gatti davanti al camino, con una gamba sopra l'altra a leggere. A sonnecchiare e oziare, semplicemente a goderci come si deve il primo giorno di primavera.




sabato 20 marzo 2010

Toc-toc. Chi è? Sorelle Nurzia!


Sono arrivate le Sorelle Nurzia nell'Aiuola Odorosa!




Con un frullo d'ali, sull'onda della Primavera,
riempiono l'Aiuola di intrecci floreali.




Glicini, limoni, colombe, dolci delizie, l'atmosfera gioiosa della
Pasqua che arriva,
... e tanta speranza per L'Aquila:
tutto questo mi hanno portato oggi le Sorelle Nurzia.






sabato 13 marzo 2010

Ventiquattro modi di dire colomba. Anzi, venticinque.





  1. Afrikaans, Olandese: Duif
  2. Inglese: dove
  3. Bulgaro: gŭlŭb
  4. Catalano: colom
  5. Cinese: Gezi
  6. Croato: golubica
  7. Estone: tuvi
  8. Filippino: kalapati
  9. Finlandese: kyyhkysen
  10. Francese: colombe
  11. Giapponese: hato
  12. Greco: peristéri
  13. Hindi: kabūtara
  14. Indonesiano: merpati
  15. Irlandese: chol
  16. Lettone: balodis
  17. Norvegese: due
  18. Portoghese: pomba
  19. Spagnolo: paloma
  20. Swahili: njiwa
  21. Thailandese: Nk phirāb
  22. Tedesco: taube
  23. Turco: güvercin
  24. Ungherese: galambot
25. 'Bloggese': colomba Sorelle Nurzia :D

giovedì 11 marzo 2010

Le ali della Colomba.


Henry James sarebbe stato ben contento di promuovere una tale iniziativa!
Ma sì, vi dico, non si può non sostenere il progetto di Artemisia e Lydia a favore della storica azienda dolciaria abruzzese Sorelle Nurzia. Casa fondata nel 1835, m-i-l-l-e-o-t-t-o-c-e-n-t-o-t-r-e-n-t-a-c-i-n-q-u-e dico, è la nostra storia. Chi ci dice che Mazzini non abbia scartato un 'tenero al cioccolato', che uno dei Mille non ne serbasse gelosamente un pezzetto nel taschino della sua camicia rossa, che D'Annunzio non ne offrisse alla sue ospiti o che Silone detestasse rimanere senza alla vigilia di Natale?




Le Sorelle Nurzia hanno allietato e allietano palati celebri e meno celebri, producono con passione i dolci tipici della nostra tradizione, li incartano a mano e ce li offrono con la cura di chi sa rendere inimitabile il Made in Italy. Questa cura merita rispetto e sostegno.

E le 99 colombe lo sanno.

Perciò rispondono alla lettera di Mara Marinangeli (Progetti Speciali Sorelle Nurzia) e con un frullo d'ali tessono itinerari nel web, da nord a sud, perché tutti, proprio tutti, possano dare il loro contributo. Il 6 aprile 2010, tutti i bloggers che vorranno aderire al progetto, posteranno una ricetta che abbia tra gli ingredienti un Nurzia-prodotto, basta poco... un frullo d'ali!





Le immagini dei torroni e il logo Sorelle Nurzia sono tratte da qui.
La colomba è opera di Francesca Ballarini, la nostra Nina.

mercoledì 10 marzo 2010

Compensazione.


Con Sommy fuori città già da tre giorni, la sera è più fredda di quanto realmente sia.
Il letto - sebbene incomparabilmente aiuolino per via di un audace copripiumino Ikea - ha bisogno di 'calore aggiunto', so come fare. Penso a quel rimedio semplice semplice, vecchio come il cucco, e chissà per quale strano motivo mi viene in mente Helen Mirren e il film The Queen: secondo me anche Elisabetta d'Inghilterra si fa preparare la boule dell'acqua calda, mi sembra il tipo, voi che dite?



L'effetto è notevole, non si può negare: svestirsi in fretta, rivestirsi per la notte, aprire il morbido rifugio, infilarsi destri, allungare le gambe e ...
.. E come per magia ritornare bambini, con lo slancio ad avvicinarsi e dopo un poco a ritrarsi, con il modo ludico di spostarla un po' più in là e gustarsi il calore che lascia sul lenzuolo, col piacere di addormentarsi cullati da una coccola.


Buonanotte
a.o.

Crocus vernus #2: ovvero il fiore di porcellana.


見るところ花にあらずと云ふことなし、
思ふところ月にあらずと云ふことなし


Miru tokoro hana ni arazu to iu koto nashi,
omou tokoro tsuki ni arazu to iu koto nashi


Non c'è nulla che puoi vedere che non sia un fiore,
non c'è nulla che puoi pensare che non sia la luna.

Matsuo Bashô

lunedì 8 marzo 2010

domenica 7 marzo 2010

Contributo arancione.



Questa domenica, dopo tanto tempo, sono partita per un bel blog-tour. Ho svolazzato qua e là, come di fiore in fiore, e mi è rimasto - sulle ali - un po' di arancione:

l'arancione di Alex

l'arancione di Carla

l'arancione di Elisabetta

Così ho pensato di dare una mano di arancione anche all'aiuola, ed ho tirato fuori quell'asso-nella-manica-superveloce di "risotto alla zucca" (serie 'ricette per la pentola a pressione') che mi piace tanto.



Per 3 persone:

  • 350 gr. di zucca
  • 200 gr. riso Carnaroli
  • 500 ml. di acqua
  • 1 dado vegetale
  • vino bianco
  • parmigiano
  • sale
  • pepe
  • olio e.v.o.

Tagliare la zucca a cubetti e farla rosolare nella pentola a pressione con olio , sale e abbondante - ribadisco abbondante - pepe nero macinato fresco.
Aggiungere il riso e farlo tostare, spruzzare di vino bianco e lasciarlo evaporare. Aggiungere il 1/2 litro d'acqua e il dado, mescolare e chiudere la pentola.
Calcolare 7 minuti a partire dal sibilo. A vapore eliminato, aprire la pentola, aggiungere il parmigiano e lasciar mantecare per qualche minuto. Cremoso al punto giusto, da servire subito.

Assaggiare e... aranciare!

tratta da qui



sabato 6 marzo 2010

Quando meno te lo aspetti, una rana bussa alla tua porta.


Little Frog Little Frog Come To Me


Little Frog Little Frog Don't Be a Bee
Little Frog Little Frog Climb a Tree


Little Frog Little Frog Jump up High
Little Frog Little Frog Touch the Sky


Little Frog Little Frog Come To Me



Little Frog, Brady McCrary.
Illustrazioni di Cristiana Cerretti

Prima colazione: il prosciutto di salmone, anche da solo, fa subito brunch.

giovedì 4 marzo 2010

Crocus vernus: ovvero zafferano, mio zafferano.


Da questa piccola coppa viola sgorga più di una leggenda.



In una di queste Croco era un giovane innamorato della pastorella Smilliace che venne trasformato in detto fiore ad opera di Venere. In un'altra versione venne trasformato in fiore dal dio Ermes geloso della pastorella. In un'altra si racconta che Croco morì giocando con Mercurio e che dal suo sangue nacque il fiore. In un'altra ancora si racconta che il fiore del croco germogliasse nel momento in cui Paride dava il suo giudizio sulla più bella fra le dee.

Vi regalo il mio croco domestico... bello da far ingelosire gli dei.